Torre dei Chiusi rosso da scoprire

Written by max on Marzo 15, 2019

Un fiume di vino porta una contrada sannita lontano dalla sua storia, quella dei longobardi e delle rivolte contadine. Le leggende di feudatari e la morte di Manfredi. Torre dei Chiusi, oggi Torrecuso, è il paese dell’ aglianico più generoso. Tre cantine sono le bandiere di una svolta. Le trovi da anni a Casagiove, dove il vicepresidente italiano dell’ Associazione Sommelier Enzo Ricciardi scommetteva tempo fa sui rossi di Torrecuso. «La Botte» è tra le prime dieci enoteche al mondo, ma anche un archivio, la memoria dei successi campani. Ora è facile conoscere quelle cantine: «Fontanavecchia» con Libero Rillo ha aperto la strada, «Fattoria la Rivolta» ha dato un altro picco di popolarità con gli investimenti di Paolo Cotroneo, metà farmacista metà banchiere. Ecco la terza, con un’ impronta di fatica e orgoglio contadini. «Torre dei Chiusi», nome antico del paese, è di Domenico Pulcino. Un giovane viticoltore stanco dell’ anonimato. Il suo vino era come lui, come il padre, come il nonno: un Signor Nessuno. L’ etichetta obbliga alla qualità. dice lui, ma assegna finalmente una identità. Propone un aglianico del Taburno in tre versioni: l’ Auriculus con i suoi 15,5 gradi è il top, ma raro, appena 3mila bottiglie. Da conoscere il Riserva, offre nel rosso porpora ben strutturato e morbido un gusto ampio e intenso di ciliege e amarene. Il segreto è in quei dodici ettari coltivati con amore, e nel coraggio di una vendemmia appena in ritardo. Vendita diretta. Torre dei Chiusi (Torrecuso, Benevento) 0824-874476.

Tratto da “La Repubblica.it” del 17 Aprile 2004